“Indie music is ‘it’ now. It’s kind of a revolution to the music: 1980s, 1990s music was getting very sanitized; they were complying with the music industry. Music was getting more and more dead in a way. Now, because of the social climate that’s very severe, the artists are compelled to start being real. It’s really great that indie music is now.” – Yoko Ono – [ “La musica indipendente è adesso. È una specie di rivoluzione per la musica: la musica anni ’80 e ’90 era diventata arida e sterile conformandosi all’industria musicale. La musica in un certo senso è sempre diventata più “morta”. Adesso, a causa del clima sociale davvero rigido, gli artisti si sono sentiti costretti a diventare più reali, ad avvicinarsi alla realtà. È davvero bello che la musica indie rifletta il presente, l’attualità. ]
Se dico The O.C. e colonna sonora cosa vi viene in mente? La prima associazione dovrebbe essere legata a tutte quelle band indipendenti che hanno preso parte alla serie fisicamente e ai brani che hanno prestato, e quindi indie music. Siamo qui per chiederci cosa succederebbe se la musica indipendente entrasse nel mondo della televisione, o meglio cosa è successo quando ciò è accaduto. Lo scopo di questo articolo è quello di analizzare questo fenomeno e così inauguriamo il primo pezzo “tematico” della rubrica, perché quello che voglio assolutamente evitare è quello di essere ripetitiva, e se è vero che i classici “articoli elenco” delle migliori soundtrack sono belli, sono interessanti anche pezzi che esplorino questo mondo da ulteriori e diversi punti di vista. Sappiate però, che a questo Music Crush #4 verrà collegato un altro articolo, che uscirà tra due settimane e che sono sicura appassionerà una vasta fetta di lettori.
Per cominciare è necessario porsi una domanda, ossia da quando il mondo indie ha iniziato a farsi strada nel campo della televisione. Tutto è cominciato con The O.C., teen drama ideato da Josh Schwartz che ha conquistato una vastissima fetta di pubblico, grandi e piccini (anche mia madre lo guardava, e non aggiungo altro, se non che sono classe ’89) e che ha inaugurato questo fenomeno. The O.C. vanta una delle più belle colonne sonore del mondo della TV statunitense e il merito va ad Alexandra Patsavas, famosissima music supervisor che ha lavorato alle soundtracks di circa sessanta film, tra cui le saghe di Hunger Games e Twilight, e a quelle delle più famose serie tv, tra cui O.C. ma anche Gossip Girl, Grey’s Anatomy, Mad Men, Chuck, Private Practice, Supernatural e molti altri ancora. Io, personalmente, amo questa donna che ha dato vita alle mie colonne sonore telefilmiche preferite. Ma la domanda principale è: tale diffusione dell’indie rock tramite il piccolo schermo (telefilm ma anche pubblicità) è stata un bene o un male? I pareri sono contrastanti ma il filone di pensiero principale è quello che ritiene sia stato un male grandissimo per il genere conoscere una tale espansione, e non è poi tanto fuori dal mondo il loro ragionamento. Da sempre, infatti, per musica indipendente si è inteso non solo musica prodotta da etichette autonome e indipendenti dalle grandi major, ma con il tempo il termine è andato ad indicare un vero e proprio genere musicale – con le stesse accezioni di “rock” o “grunge” – con il suo originale e caratteristico stile ma che da sempre ha connotato un genere di nicchia fruito da pochi eletti. Con la diffusione del genere, inaugurata da O.C., tale caratteristica è andata a decadere perché adesso l’indie rock è un genere che quasi tutti ascoltano e per assurdo è diventato mainstream, andando così a snaturarsi. Basti pensare che attualmente i gruppi più famosi e ascoltati vengono definiti indie, come i Florence and The Machine, i The Lumineers e i Mumford and Sons e ormai il genere è diventato dipendente dalle case discografiche. In questo senso, è possibile affermare che OC ha reso figo il genere ma di fatto è andato a rovinarlo per sempre, oltre ogni possibilità di recupero e riconoscimento, perché ha “diluito” il genere andando a privarlo delle sue caratteristiche naturali e fondamentali. La rovina è stata la grande distribuzione, come accade sempre, il grande mostro della commercializzazione che ha rovinato per sempre alcune delle nostre band preferite. Quindi, il merito della serie di Schwartz è a doppio senso, in quanto allo stesso tempo un demerito. Ma questo tipo di commercializzazione non è nuovo alla grande industria, e tutto ciò, sebbene non tramite una serie tv, è successo anni prima per il grunge e per molti altri generi. Altri invece, considerano tale fenomeno una manna dal cielo che addirittura potrebbe salvare l’indie music, come il music supeivisor di The Vampire Diaries – Chris Mollere – afferma in questo articolo: secondo lui, un utilizzo così sfrenato dell’indie permette di scoprire gruppi che altrimenti non avremmo potuto conoscere (ne parleremo nel passaggio successivo) e riconosce alla serie tv di Schwartz di aver rotto gli schemi del “fare una colonna sonora” perché se prima era quasi inconcepibile realizzare una scena in cui due personaggi interagiscono con la musica di sottofondo, con OC lo diventa ufficialmente. Si può quindi dire che i music supervisor sfruttino il loro lavoro per trovare band da produrre o direttamente da scoprire, come è successo allo stesso Mollere e alla Patsavas che ha una sua etichetta. Riassumendo, Mollere individua nel fenomeno della diffusione dell’indie tramite la tv la salvezza del genere, in primis perché essendo l’industria discografica in crisi la TV può rappresentare l’unico mezzo per sfondare per la maggior parte delle formazioni musicali.
Band rese famose da The O.C
Ricollegandoci al precedente discorso, The O.C ha il merito di aver lanciato al grande pubblico una serie di band indipendenti, o che almeno prima lo erano, che hanno saputo cogliere l’occasione di apparire in Tv e che devono al loro cameo la loro popolarità.
1) Phantom Planet. La loro “California” è diventata l’opening della serie tv e questo gli ha permesso di venire notati e di portare a livelli mai raggiunti fino a quel momento la loro popolarità. Questo per loro a segnato un grande inizio, o meglio l’inizio di una lista infinita di collaborazioni grazie alle quali hanno dato vita a numerose altre soundtracks (Gossip Girl e altri). I Phantom Planet sono una famosa band alternative rock che richiama le sonorità dei Beach Boys e degli Weezer.
2) Death Cub For Cutie. La band indie rock, originaria dello stato di Washington e fronteggiata da Ben Gobbard, è diventata sinonimo di The O.C. perché gruppo preferito da Seth Cohen. Grazie alla loro esposizione nello show hanno firmato con la casa discografica Atlantic Records con la quale hanno realizzato il loro quinto album, Plans. Cinque delle canzoni contenute nell’album sono state eseguite nello show, tra cui “A Lack Of Color” e la band stessa si è esibita on stage in una scena del telefilm. Curiosità: il gruppo prende il nome dall’omonimo brano musicale satirico dei Bonzo Dog Doo-Dah Band, che fu poi ripreso dai Beatles nel loro film Magical Mistery Tour.
3) The Killers. Gruppo originario di Las Vegas, quando apparirono in The O.C. erano dei novellini, che avevano appena debuttato con il loro primo album – Hot Fuss – alcuni mesi prima, e grazie al loro cameo le vendite subirono un grande incremento. Famosa la scena in cui si esibiscono, ossia quando Seth e Ryan si recano a un disastroso doppio appuntamento per vedere live una band, i Killers appunto, che eseguono quelle che adesso sono le loro principali hit: Mr. Brightside, Smile Like You Mean It e Everything Will Be Alright.
4) Rooney. Con il loro cameo hanno fatto letteralmente un colpo grosso, tanto che se il loro album fino a quel momento aveva venduto molto poco, dopo la loro performance sugli schermi di OC, le vendite sono aumentate del 200% !! I Rooney nascono come cover band dei Ramones per poi scalare le vette del successo grazie anche alla grande popolarità conferitagli dalla serie di Schwartz.
5) Imogean Heap. Il gruppo non è mai comparso per esibirsi on stage al Bait Shop, ma uno dei loro successi più conosciuti – “Hide and Seek” – è stata utilizzata ben due volte per la colonna sonora e in momenti molto importanti e significativi. La band era già conosciuta ma grazie all’utilizzo delle loro canzoni per OC, e con l’uscita dell’album – Speak for Yourself – si è consolidato il loro status di band ormai affermata nell’arco del panorama musicale.
Altri gruppi che The OC ha lanciato e ha fatto conoscere al grande pubblico sono: The Walkmen, Modest Mouse, The Thrills.
Il ruolo di Seth Cohen
Il personaggio di Seth Cohen è uno dei più amati e influenti della TV degli ultimi dieci anni e nell’ambito dell’argomento di cui stiamo parlando ha una sua particolare importanza, in quanto “first avatar of ‘indie'” come è stato definito da questo articolo (che vi consiglio se avete intenzione di approfondire il tema). In pratica, Cohen è stato definito il primo “prototipo” di ragazzo tipo fruitore di indie music, che mai era apparso in TV e come ogni degno appassionato di indie la sua fissa sono i Death Cab. Su di loro parla, parla e straparla senza che gli altri lo capiscano, poveri ignoranti! In un certo senso, è come se riempisse un vuoto, non tanto perché sul piccolo schermo ci sia stata mancanza di geeks fissati con la musica, basti pensare a Lorelai e Rory di Gilmore Girls, ma perché si da spazio in tal modo a un genere raramente apparso in televisione. Seth Cohen è un prodotto della cultura giovanile moderna e della cultura pop ed è in questo senso che in molti possono facilmente calarsi nei suoi panni e sentirsi a lui vicino e in questo senso è possibile ricollegarsi alla citazione presente a inizio articolo di Yoko Ono e che rappresenta quello che principalmente è la musica indie. La Patsavas, infatti, ha molte volte giustificato le sue scelte in materia musicale che l’hanno portata ad affidarsi a questo genere, dicendo che l’indie incontra il gusto dei giovani, il loro stile di vita e le loro idee e che è quindi un modo per ottenere il consenso di una grossa fetta di pubblico che usufruisce moltissimo di serie teen come O.C.; mentre ha più volte respinto le accuse rivolte ai music supervisor di usare questo tipo di musica perché, essendo indipendente e quindi quasi sconosciuta le licenze costano meno. Josh Schwartz ha disegnato questo personaggio a sua immagine e somiglianza e il risultato è stato perfetto: la fisicità di Adam Brody e il cervello nerdone di Josh Schwartz, chi non vorrebbe incontrare almeno una volta nella vita un ragazzo del genere?!
La figura del Music Supervisor
Colgo l’occasione, visti i continui riferimenti a questi “music supervisor” per parlarvi brevemente del loro lavoro, in cosa consiste e per parlarvi di Alexandra Patsavas, una delle più famose nel campo della TV e anche del cinema. Il ruolo di tale figura appartenente al mondo dello spettacolo è quello di combinare la musica con i visual media, e quindi film, serie tv ma anche video games e pubblicità. Sulle spalle deve avere una grande conoscenza del panorama musicale, in tutti i suoi stili e generi, ma deve possedere anche un background tecnico-giuridico per tutto l’aspetto che riguarda le licenze e i permessi per poter utilizzare la musica scelta per i lavori. Principalmente, tra i loro compiti c’è anche quello di ascoltare demo e album a più non posso per trovare la canzone giusta, quella perfetta, e quindi scoprire nuove band. Di solito, dopo aver proposto il lavoro – e quindi la scelta musicale – al network o alla produzione cinematografica sono loro che prendono direttamente i contatti con i cantanti e i gruppi che comunque possono riservarsi la possibilità di declinare l’offerta e negare l’utilizzo delle loro opere. Curano anche l’uscita delle compilation che racchiudono la playlist di tutti i brani utilizzati dalla serie tv in questione.
La Patsavas è una delle più influenti e produttive music supervisor che vanta nella sua carriera di aver lavorato a più di sessanta film – The Twilight Saga; Huger Games; The Perks of Being a Wallflower e moltissimi altri. È stata nominata più volte ai Grammy Award nella categoria “Best Compilation Soundtrack Album for Motion Picture, Television or Other Visual Media” e in particolare la sua prima candidatura fu per la compilation “Grey’s Anatomy Original Soundtrack vol.2” mentre le altre riguardavano le colonne sonore di Twilight e Eclipse. Possiede una sua etichetta discografica, la Chop Shop Records, con la quale produce artisti emergenti e indipendenti, e infatti venne presa anche a far parte della giuria degli “Indipendent Music Awards” per sostenere la carriera degli artisti indipendenti.
Se siete interessati a saperne ancora di più, qui vi elenco una serie di interviste e di articoli su di lei:
– Flavorwire Interview: ‘Mad Men’ Music Supervisor Alexandra Patsavas on Her Favorite Music Moments and Matthew Weiner’s Vision [ qui la Patsavas parla del suo lavoro per Mad Men e dei momenti musicali secondo lei più riusciti; aspettatevi un Music Crush dedicato a questa bellissima serie ]
– Gossip Girl: Alexandra Patsavas – Music supervisor soundtracked my life and yours too
– “Twilight” music supervisor Alexandra Patsavas discusses the art of the soundtrack
– Alexandra Patsavas Makes the Soundtrack to Your Life [ qui invece un’intervista davvero interessante ]
Questa tendenza si è ufficialmente concretizzata e al giorno d’oggi le colonne sonore, almeno la maggior parte, si muovono sugli stessi binari seguendo la scia della musica indipendente. Basti citare The Vampire Diaries e PLL , oppure Shameless che però ha deciso di seguire questo filone perché, essendo i Gallagher una famiglia bizzarra e sopra le righe, anche la musica che li accompagna doveva essere altrettanto sui generis. Altro esempio lampante è quello di Reign, che ha deciso di sfruttare il successo degli ultimi anni dell’indie folk con l’opening “Scotland” dei Lumineers.
Per concludere, questa tendenza è godibile per gli amanti del genere, e molti come me si sono avvicinati a esso proprio tramite The O.C, sebbene questa grande espansione non sia stato un bene. Ho una dedica speciale per tutti gli amanti del genere, una perla indipendente italiana – se non conoscente l’indie italiano provvedete subito – che racchiude l’essenza dell’essere indie.
Music Crush da ora in avanti e per tutta l’estate uscirà ogni due settimane, per cui vi lascio scervellare su quale sarà il tema del prossimo numero, e vi svelo solo che è strettamente collegato all’argomento di questo articolo!
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Grazie Diego! Sono contenta che tu abbia trovato l’articolo interessante! 🙂
Proprio un bell’articolo!! Io mi sono avvicinato a questo genere di musica proprio grazie ai telefilm e ora piano piano sto ripescando vecchie soundtracks ahahah Molto interessante anche la figura del Music Supervisor!
No cioè…ma io ti adoro <3
Grazieeeee!!
No cioè.. questo articolo è STUPENDO